Mar 13, 2011
422 Views
0 0

Votatemi, ma dopo non rompetemi le balle

Written by

By Cybergeppetto

“Non si ha la più pallida idea di cosa voglia dire, ogni mattina che ti alzi, avere la cosiddetta nostra società civile che ti invade perché ha la prostituta nel viale, il casino del bar sottocasa … o la strada dissestata”.

“A un esercito d’infanti incapaci di arrangiarsi su qualsiasi vicenda umana terrena a un certo punto gli dici: vabbè ti faccio un’ordinanza ma smettila di rompermi le balle”.

“Uno pensa di fare cose importanti per la città, poi la metà del tempo la passi a trattare queste cose”. Massimo Cacciari (filosofo, accademico e politico, ex sindaco di Venezia) dixit in una recente intervista a Radio 24.

Quando vanno in pensione i politici cambiano idea sugli elettori.

Ero un ragazzino quando li sentivo dire che loro erano al servizio del cittadino e che bisognava ascoltare la società civile; anno dopo anno tutti hanno imparato che bastava protestare per aver qualcosa.

Il fatto è che il popolo non protesta per far manutenere le fogne o per dire che lo Stato deve fare solo l’indispensabile, il volgo vuole posti di lavoro, pensioni, colonie estive gratis, feste in piazza a spese del comune e via dicendo. Se poi questo non dovesse corrispondere all’interesse generale alla gente non gliene frega niente

Cacciari dovrebbe ricordare che il populismo della sua parte politica negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta ha cavalcato qualsiasi protesta per mettere in piedi il proprio impero di cooperative, banche, toghe, penne e grandi burocrati di stato.

Per dar da mangiare a ufo a quelli che ora non piacciono più ai nipotini di Togliatti abbiamo speso una fortuna, che si chiama debito pubblico, ma di cui si evita di parlare, se non quando si è al governo per dire che non c’è una lira, pardon, un euro.

Il fatto è che se uno va dagli elettori, abituati come sono a sentire promesse, non può dire “guardate che se mi eleggete non posso fare miracoli, chissà che debiti trovo, se non accontento la coalizione mi fanno cadere, tutti quelli assunti clientelarmente incroceranno le braccia se non gli aumento lo stipendio, se provo a licenziare qualcuno i sindacati mi saltano alla giugulare…. ecc. ecc. “. Difficile sperare di mettere la fascia da sindaco o altro di simile.

Il fatto è che quando faceva comodo andare in piazza, Cacciari e compagni urlavano a gran voce nel microfono compiacente la propria dedizione ai bisogni degli italiani. Quando poi si arrivava nella stanza del potere era un altro paio di maniche, ci si rendeva conto che la macchina dello stato è uno stipendificio in cui bisognerebbe avere il coraggio di fare un bel repulisti. Eh già, e poi dopo come ti presenti alle elezioni successive?

L’idea meravigliosa che avevano in testa è naufragata per colpa di quei reazionari dei loro elettori, toccherà a qualcun altro mettere a posto le cose, ma loro continueranno a berciare in finta difesa di gente che gli fa venire l’orticaria.

Cybergeppetto

p.s. Cacciari sfiderà il candidato del centrodestra alle prossime elezioni politiche, ha dichiarato: “Votate per me, ma dopo non rompetemi le balle, che avrò da fare”.

Foto: Antonio Albanese in Qualunquemente da cinetv.info

Article Categories:
Inchiostro antipatico