Lug 16, 2012
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Cyber epigrammi. Chi di Procura ferisce, di Procura non vuol perire

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Fino a un anno fa tutti i media s’indignavano per difendere le Procure che indagavano su altissime cariche della Repubblica per consentire l’utilizzazione processuale e la diffusione sui media d’intercettazioni svolte in nome dell’obbligatorietà dell’azione penale e dell’indipendenza della Magistratura.

Facebook risuonava di urla e lamenti strazianti in difesa della giustizia contro la protervia della casta e dei suoi ricorsi alla Corte Costituzionale.

Un anno dopo scopriamo che ci sono effettivamente delle persone che non possono essere spiate, né loro, né i loro dipendenti. Politici e media difendono le prerogative di un potere che tutti definiscono neutro, così neutro da controvertire i risultati delle consultazioni elettorali.

Qualcosa deve essere intanto cambiato, magari i cittadini hanno il torto di collegare eventi non molto distanti tra loro nel tempo, magari non hanno gli strumenti necessari per capire certe cose, magari chi difendeva le Procure all’epoca deve aver cambiato idea. Basta che ce lo faccia sapere e che ce lo spieghi, così ci formattiamo il cervello e cominciamo a ripetere a pappagallo delle stupidaggini di segno opposto rispetto a quelle che sentivamo  fino a un anno fa.

Cybergeppetto

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