Nov 10, 2013
389 Views
0 0

Gli interessi statunitensi in Asia Centrale: storia recente e partnership NATO, L.Susic/8

Written by

By Luca Susic

Capitolo 2.1 della tesi “Gli interessi statunitensi in Asia Centrale: storia recente e partnership NATO” (L.Susic)

Capitolo 2.1:L’eccezione alla regola: l’Uzbekistan

Nonostante, come visto, la politica Statunitense fosse scarsamente organica nei confronti delle repubbliche centroasiatiche e l’interesse principale riguardasse l’aspetto energetico, il Presidente Clinton si dedicò attivamente a creare le premesse per una collaborazione con l’Uzbekistan nella lotta al terrorismo islamico.

Nonostante lo Stato di Islam Karimov non rispettasse alcuni standard americani in materia di diritti umani e trasparenza, la dura posizione assunta dal leader nei confronti dell’integralismo islamico divenne utile per gli interessi statunitensi, soprattutto in seguito ai duplici attentati dell’agosto 1998 a Nairobi ed a Dar es Salaam.

In realtà il partenariato era iniziato già tre anni prima, con l’istituzione da parte americana di un corso per ufficiali dell’esercito Uzbeko, ed era proseguito poi l’anno successivo con degli addestramenti organizzati dalle Forze Speciali Statunitensi.

Gli attentati a Tashkent nel ’99 rappresentarono un ulteriore incentivo per stringere i rapporti fra i due paesi che nel maggio dello stesso anno siglarono degli accordi per permettere sia lo stanziamento di Predator americani destinati alla caccia a Bin Laden sia l’organizzazione di una serie di esercitazioni tenute dalle U.S Special Forces.

È da notare che per non guastare i rapporti bilaterali, gli Stati Uniti classificarono il regime di Karimov, nel 2000 e nel 2001, come Committed to Human Rights, nonostante la feroce campagna da lui condotta contro l’IMU (Islamic Movement of Uzbekistan, creato nel 1998 grazie all’appoggio di Osama Bin Laden, è un gruppo integralista islamico inserito nella black list del terrorismo internazionale (FTO) nel 2005. Il suo scopo è la creazione di uno stato islamista in Uzbekistan. Ha stretti legami con Al – Qaeda e i talebani; fonte START).

Si trattava in realtà di un pretesto per una più ampia operazione contro le religioni, portata avanti con arresti di massa, divieti e chiusure di luoghi di culto. L’apice delle relazioni fra i due Stati fu probabilmente raggiunto quando Karimov decise di ritirarsi dall’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, la CSTO (Collective Security Treaty Organization – Organizatsiya Dogovora o Kollektivnoy Bezopasnosti, è un’organizzazione nata nel 2002 come evoluzione dell’originario Collective Security Treaty siglato da Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kyrgizistan, Russia e Tajikistan il cui scopo è il mantenimento collettivo della sicurezza di ciascun membro); poco dopo lo stesso leader acconsentì a far diventare il suo Stato un membro osservatore presso la SCO (Shanghai Cooperation Organization ) che aveva appena creato un centro comune di lotta al terrorismo a Bishkek, in Kyrgizistan.

Le operazioni volte a contenere la minaccia dell’IMU continuavano senza sosta con modalità che portarono il Segretario di Stato Madeleine Albright a dichiarare, durante una visita ufficiale a Tashkent, che era necessario “[to] distinguish very carefully between peaceful devout believers and those who advocate terrorism”, sintomo del timore degli USA che un’eccessiva repressione potesse aumentare l’influenza dell’integralismo.

Nonostante l’importanza delle dichiarazioni rilasciate, la lotta al terrorismo restava prioritaria per gli USA, motivo per cui il viaggio della Albright fu accompagnato da una donazione di 3 milioni di dollari per contrastare l’IMU e dall’iscrizione di questo gruppo nella lista delle Foreign Terrorist Organisation. Si trattò di una pratica inusuale poiché non venne attesa la pubblicazione biennale sull’argomento curata dal Dipartimento di Stato, redatta l’anno successivo.

L’elezione di George Bush non fu accompagnata da un significativo cambio di rotta, poiché gli otto mesi di mandato precedenti il disastro delle Torri Gemelle lo videro estremamente concentrato nello sforzo di unire il proprio paese dopo la sua contestata vittoria su Al Gore.

A tal proposito si discosta radicalmente dall’interpretazione tradizionale la teoria proposta da Jean-Charles Brisard e Guillaume Dasquie nel loro libro “Bin Laden, la vérité interdite”, secondo cui:

“ Under the influence of U.S. oil companies, the government of George W. Bush initially blocked U.S. secret service investigations on terrorism, while it bargained with the Taliban the delivery of Osama bin Laden in exchange for political recognition and economic aid”.

Al di là delle differenti vedute in materia, comunque, l’importanza dell’Asia Centrale sarebbe divenuta fondamentale per il Presidente Bush di lì a poco.

Seguirà Cap 2.2: L’11 Settembre e gli anni 2001-2004

Il post precedente è al link Gli interessi statunitensi in Asia Centrale: storia recente e partnership NATO, L.Susic/7

La mappa è dell’Economist (versione stampa del giugno 2009)

Article Categories:
Luca Susic