Ott 31, 2005
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L’intensa attività dei militari italiani in Afghanistan

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pubblicato da Pagine di Difesa il 31 ottobre 2005

Dieci razzi per Rpg, cinque missili controcarro per razziera da elicottero, un lanciarazzi da 107 mm, 17 pacchi esplosivi con congegno elettrico-meccanico inseriti in una cintura, munizionamento di vario calibro e spolette per attivare razzi da 107 mm. Tutto questo materiale esplosivo scoperto lo scorso 27 ottobre era occultato in un vecchio fabbricato nella campagna a sud di Kabul, più di preciso a Chahar Asyab.

Il ritrovamento è avvenuto nel corso di una operazione congiunta tra i militari italiani del 9° reggimento alpini e gli uomini della polizia locale Kcp (Kabul City Police), che hanno agito sulla base di una investigazione messa a punto dalle fonti di intelligence italiane. Il materiale, già catalogato, è stato fatto brillare in zona sicura dai nuclei Eod (Explosive Ordnance Disposal) della brigata multinazionale Kmnb-8 (Kabul Multinational Brigade) in cui è inserita la componente operativa italiana basata sugli alpini della brigata Taurinense.

La Kmnb-8, comandata dal 20 luglio dal generale di brigata italiano Claudio Graziano, ha il compito di sostenere il processo di consolidamento delle istituzioni democratiche afgane e opera sul territorio tramite pattugliamenti volti a incrementare la sicurezza nell’area di Kabul. Le operazioni condotte dai militari della brigata hanno l’obiettivo sia di prevenire attacchi condotti con razzi, come quelli già verificatisi nelle ultime settimane contro installazioni di Isaf e delle istituzioni locali e della comunità internazionale, sia di scongiurare attacchi terroristici, come quello condotto contro una pattuglia francese a metà ottobre.

La Kmnb-8 ha a disposizione dal 27 ottobre i tre elicotteri CH-47 Chinook dell’esercito italiano che ai primi di settembre erano stati schierati a Herat con funzione di rinforzo durante il periodo elettorale. Nel corso dei due mesi nella provincia occidentale i tre elicotteri della task force Eracle hanno svolto attività operative per un totale di 100 missioni e 110 ore di volo, trasportando più di 1.500 militari di Isaf e permettendo ad altri 600 di entrare in confidenza con le procedure di elimbarco e di elisbarco operativo.

L’elicottero CH-47 Chinook può trasportare 33 militari completamente equipaggiati o imbarcare due mezzi di trasporto o carichi appesi ai tre ganci esterni fino a un totale di nove tonnellate di peso. I tre velivoli provengono dal 1° reggimento Antares di Viterbo e sono giunti in Afghanistan ai primi di settembre a bordo di aerei cargo Antonov A127: rotori e piloni di coda erano stati smontati per il trasporto e la ricomposizione dei pezzi giunti separatamente è stata possibile grazie a uno studio effettuato da tecnici militari in collaborazione con l’azienda Agusta.

Mentre i CH-47 rientrati a Kabul garantiscono una maggiore operatività alla Kmnb-8 nell’ambito delle attività per il raggiungimento di un ambiente stabile e sicuro a Kabul, nella provincia occidentale di Herat è stata rinvenuta due settimane fa una mina con congegno a tempo nei pressi dell’abitazione del governatore Sayed Hussein Anwari. L’ordigno è esploso ma non ha causato danni grazie all’intervento coordinato degli specialisti del genio militare italiano e della polizia locale.

Questo ritrovamento nell’ovest del paese conferma che l’Afghanistan è uno degli Stati con il maggior numero di mine disseminate sul territorio. Risulta infatti che siano presenti nell’area almeno 640 mila mine antiuomo e anticarro più alcuni milioni di ordigni inesplosi, definiti tecnicamente con il termine di Uxo (Unexploded Ordnance). Il team di ricostruzione provinciale (Provincial Reconstruction Team) di Herat, comandato dal colonnello Amedeo Sperotto, ha organizzato un corso di tre giorni per istruire gli uomini della polizia locale al riconoscimento di mine e ordigni esplosivi e alle azioni da intraprendere per la messa in sicurezza della popolazione e delle aree interessate.

Il corso, nato da una richiesta specifica del governatore della provincia di Herat, Sayed Hussein Anwari, è stato seguito da 18 ufficiali appartenenti rispettivamente alla Border Police (polizia di frontiera), National Police (polizia nazionale), Highway Police (polizia stradale), National Defense Security (forze di sicurezza nazionali) e National Army (esercito).

Il rapporto di fiducia e di rispetto che si è consolidato nel corso del periodo elettorale tra il Prt a guida italiana di Herat e il governatore della provincia e le istituzioni locali si è rafforzato ulteriormente lo scorso 27 ottobre. Nel pomeriggio di quel giorno nove militari del contingente italiano con gli spagnoli della Quick Reaction Force hanno domato un incendio scoppiato presso l’abitazione del governatore Anwari.

I militari erano coordinati dal Regional Area Coordinator West (Rac-W) generale di brigata aerea Umberto Rossi. Gli uomini dell’Aeronautica militare erano già intervenuti per domare incendi in altre occasioni: in una caserma dell’Afghanistan National Army, sulla pista dell’aeroporto per soccorrere un aereo afgano atterrato con il motore in fiamme e in favore della popolazione locale minacciata dalla esplosione di alcune cisterne civili contenenti carburante.

La Forward Support Base (Fsb), che ha sede nell’aeroporto di Herat, e il Prt hanno ricevuto la scorsa settimana la visita del generale britannico Sir John Reith, vicecomandante delle Forze alleate in Europa. Il generale Reith è stato accolto dal generale Rossi, che l’ha accompagnato in visita a Camp Vianini sede del Rac-W e del Prt e alla base di supporto costruita dall’Aeronautica militare. Nel corso della visita a Camp Vianini il colonnello Amedeo Sperotto, e il comandante della cellula di cooperazione civile-militare (Cimic), il maggiore Corrado Valle, hanno illustrato al generale Reith l’attività del Prt nell’ambito della missione Isaf e i lavori di ricostruzione e di ristrutturazione in atto.

I futuri lavori di ampliamento dell’aeroporto di Herat sono stati delineati al generale britannico dal comandante della Fsb, il colonnello spagnolo Miguel Moreno Alvarez, e dal vicecomandante, il colonnello italiano Maurizio Cocciolone. I quattro Prt coordinati dal generale Rossi operano secondo diverse metodologie di lavoro commisurate alle caratteristiche dell’area in cui sono installati. In uno di questi, situato a Farah, il 28 ottobre si è verificato un tentativo di attacco contro l’ingresso. L’uomo che ha cercato di lanciare una bomba a mano è stato ucciso dai militari del Prt.

Isaf si è rammaricata per l’uccisione ma fa sapere che i militari hanno agito per autodifesa nel diritto di difendere la loro vita e quella degli altri in una situazione di rischio. Lo stesso uomo, prima di dirigersi verso il Prt per lanciare la granata, aveva tentato di colpire un veicolo di una organizzazione non-governativa. E’ stato invece più grave il bilancio di un attacco avvenuto in pieno centro cittadino a Mazar-i-Sharif, provincia del nord sede di un Prt, per opera di un gruppo di uomini armati ai danni di militari britannici del Military Observation Team (Mot). Un militare è morto e cinque sono rimasti feriti, ora ricoverati all’ospedale di Kunduz.

Uomini dell’Afghan National Army e della Afghan National Police hanno messo in sicurezza l’area dell’attacco, mentre Eng Zarar Ahmad, facente funzione di ministro degli Interni afgano, ha confermato l’arresto dei responsabili. Isaf ha apprezzato la rapida reazione delle forze di polizia locali e l’immediata apertura di una inchiesta. Intanto slitta la comunicazione dei risultati definitivi delle elezioni parlamentari avvenute lo scorso 18 settembre. I circa 2.300 ricorsi contro presunti brogli e irregolarità stanno rallentando la procedura di divulgazione dei dati finali.

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