Ott 31, 2007
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Kosovo indipendente: pari o dispari

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pubblicato da Embedded il 31 ottobre 2007

Leggo l’articolo su Il Giornale dell’inviato a Washington: Gli Usa: Kosovo indipendente o ritiriamo tutti i nostri soldati pubblicato oggi on line.

Non ci credo. Non ci credo proprio che gli US possano pensare di lasciare una mega base come Camp Bondsteel. Certo a loro non converrebbe mantenere una tale infrastruttura (un vero e proprio paese) in un’area serba. Considerato l’aria fredda che tira da est e le promesse di indipendenza fatte all’etnia albanese, per gli americani un Kosovo serbo sarebbe un mare in tempesta. E Camp Bondsteel una nave da abbandonare.

Ma non sembra sia questo il caso. E poi sa di ricatto: o l’indipendenza o ce ne andiamo. Cos’è, un modo sbrigativo per districarsi dalla faccenda? Mh, un po’ infantile. Forse un affondo sulla pedana della diplomazia internazionale per smuovere un po’ le acque, lasciando però l’amaro in bocca all’etnia albanese che tanto confida sullo zio Sam.

Questa boutade serve tuttavia da campanello d’allarme per l’Europa. Il meccanismo avviato dall’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema, che ha portato al bombardamento della Serbia, non ha fatto altro che accelerare il meccanismo di inversione dei ruoli nel gioco di vittima-carnefice che caratterizza i Balcani. E ora a rischiare è l’etnia serba. Se questo è il risultato, tanto valeva fare pari o dispari.

Commenti:

Ceti, Mercoledì 31 Ottobre 2007 ore 21:20

Purtroppo gli Usa hanno capito che la Russia non cede. E, pur concordando con l’autrice del post, debbo dire che secondo un quotidiano locale kosovaro, gli americani rinuncerebbero all’indipendenza del Kosovo in cambio di cospicui finanziamenti (si parla di decine di miliardi di dollari ogni anno). Sarà vero? Chissà.

Nel frattempo, mi informo meglio leggendo un mensile universitario che sulla questione kosovara (cfr. www.acidopolitico.it) ha parlato con molta più profondità di un “quotidiano nazionale” come il Giornale.

Paola Casoli, Giovedì 1 Novembre 2007 ore 10:43

Ceti, tutto ciò continua a puzzare di ricatto. Sembra allora che si sia voluta tentare la strada dell’usucapione e che, non riuscito l’esperimento, ci si ritiri solo dietro la concessione di un finanziamento. Ma forse è la lectio facilior e dietro c’è tutto un mondo da scoprire.

Chiaro che Putin non cede. In primo luogo per questioni di politica interna, a partire dal fatto che non potendo più essere eletto presidente si deve assicurare la posizione di premier. Un premier di polso, da vero judoka. E poi c’è la politica estera, ma è un discorso lungo che lascio agli analisti.

Segnalo intanto che nel Kosmet la simpatia dei serbi per i russi appare molto forte. Verificherò di persona se la testimonianza raccolta è estesa ai vari livelli e categorie sociali. Non vorrei che fosse un indizio di sfiducia nei confronti del governo centrale da parte di chi si trova su un terreno minato, perché se così fosse si aprirebbero altri scenari che magari andrebbero a coinvolgere anche la Republika Srpska di Bosnia.

Intanto la ringrazio per avermi indicato un sito che non conoscevo e che andrò a leggere in modo più approfondito.

Paola Casoli

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