Ago 26, 2012
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Le maîtresses della finanza mondiale

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Ovvero a che servono le agenzie di rating

By Cybergeppetto

Come ormai tutti sanno, le agenzie di rating, società private controllate da gruppi e interessi a volte definiti, a volte meno, stanno soffrendo, poverine, di una crisi di credibilità.

Il loro comportamento, oltre che essere criticato, è al vaglio della Magistratura, non solo  quella italiana, per dei fenomeni distorsivi del mercato finanziario.

Qualche anno fa, quando le tre sorelle annunciavano che Lehman & Brothers era solida, tutti noi abbiamo visto poco dopo gli impiegati dell’azienda “solida” impacchettare le suppellettili delle loro scrivanie  nei cartoni e andarsene a trovare un altro lavoro. Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch non ci fecero una gran figura.

Ora che, invece, abbassano le valutazioni di governi, banche, enti locali e grandi gruppi industriali, non sempre il mercato le segue, visto che si tratta di indicazioni che appaiono strumentali a generare conseguenze politiche e facili guadagni derivanti dalla crisi dei “debiti sovrani”.

In ogni caso, basta poco perché i mercati si muovano in direzione opposta alle indicazioni di Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch.

Molto comicamente, pochi giorni fa, Moody’s ha tessuto le lodi di Monti: dopo un lieve momento di euforia, gli indici dei mercati hanno di nuovo virato in negativo sulla base di ovvie considerazioni circa l’inaffidabilità dei governi più traballanti, incluso il nostro.

Tutto questo meccanismo, fuori dalle dotte disquisizioni dei “tecnici” nei programmi di approfondimento, appare come un bordello in cui alcune “signorine”, che sono i nostri governi, si vendono per l’atavica convinzione che vendere il proprio corpo sia meglio che lavorare. Hanno bisogno di soldi e non vogliono fare le mamme di famiglia.

Il ruolo dei clienti appartiene ai grandi speculatori, ma dietro di essi ci sono tanti piccoli speculatori. I clienti, persone con l’ormone finanziario impazzito, hanno capito una cosa molto semplice: le signorine non sanno far altro che chiedere soldi, quindi “remunerano” sempre più generosamente il capitale che ricevono.

Le agenzie di rating si comportano come le tenutarie, hanno il compito di “vendere” le signorine che “remunerano” meglio il capitale, oggi una, domani l’altra, secondo criteri che non sembrano essere poi così astratti.

Non è peregrina l’ipotesi che, in un intreccio di interessi e rappresentanti nei consigli d’amministrazione, le maîtresses e i clienti siano in realtà d’accordo per sfruttare meglio le meretrici, di cui è nota l’incapacità a fare null’altro che mercificare la propria natura femminile.

Ovviamente anche noi cittadini, in particolare quelli italiani, abbiamo le nostre colpe, infatti esigiamo dalle “signorine”, che sono un po’ le nostre mamme,  una serie di cose che esse non possono comprare e loro, per evitare i nostri capricci, si procurano i soldi nel bordello della finanza.

Insomma il mercato finanziario è il luogo in cui tutti vogliono speculare, ma più di qualcuno ci deve restare fregato: non solo gli investitori, anche noi che rimproveriamo tanto le nostre “mammine”.

Cybergeppetto

p.s. “Mamma, mi compri il fumetto, mi compri la console nuova, mi compri le scarpe firmate?”. La mamma reagisce con un ceffone: ”Studia e metti in ordine la tua stanza. Quando avrai imparato a far qualcosa potrai comprarti tutto quello che vuoi. Io i soldi me li sudo, non faccio mica marchette…”

L’immagine è tratta dal blog Cablogrammi di Massimo Russo

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Inchiostro antipatico