Ago 8, 2013
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Elogio dello spread giuridico e di altre beltà progressiste

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By Cybergeppetto

Come sarebbe bello se lo spread premiasse le sentenze con le quali la magistratura, soprattutto quella permanentemente dedicata a sanzionare i nemici del progresso, ribadisce il concetto di legalità verso coloro che non vogliono capire che, dura lex sed lex, l’Italia è un paese così fico che la legge può decidere di mandare in galera gli oppositori politici non già qualificandoli come “sovversivi”, ma bollandoli come criminali comuni.

Basterebbe una sentenza alla settimana per ridurre gli interessi sul debito, tanto di queste cause se ne fanno ormai da vent’anni, ne sa qualcosa Bettino Craxi e sarà bene che ci rifletta anche il successore di Mister B. Non ci vorrà molto, appena spunta, a capire da quale parte soffia il vento giudiziario.

Peccato che i mercati finanziari siano così attaccati al denaro, evidentemente non colgono il significato di certe maratone giudiziarie: l’Italia è la culla del diritto, sarà per questo che il diritto italiano, e in particolare quello “ambrosiano”, è l’unico che riesce a motivare in lunghe sentenze la chiusura di quasi tutti i partiti politici, anche se, bisogna dirlo, almeno uno ha resistito. Evidentemente i broker internazionali, dediti alla compravendita di titoli di stato, non capiscono quanto sia sublime una sentenza che dichiara incostituzionale l’esclusione da una fabbrica di un sindacato che non rappresenta nessuno là dentro, e che magari perde anche le consultazioni interne all’azienda.

Il diritto, soprattutto quello del lavoro, è così avanzato da stabilire che un operaio che blocca una linea di produzione non è un sovversivo che depreda il PIL, ma è un combattente per la libertà assetato di diritti, soprattutto se i suoi glieli pagano gli altri.

È una vera jattura il fatto che i gestori di fondi “private equity” non capiscano quanto sia avanzato il nostro paese, quanto siano progredite le nostre “baby pensioni” degli anni Settanta, quanto siano “strategiche” le nostre aziende a partecipazione statale (ENI, ENEL, FINMECCANICA), quanto sia efficiente la nostra pubblica amministrazione.

Peccato che i gestori di fondi d’investimento su scala globale non capiscano quanto sia grande un paese di cultura come la nostra, non dico che debbano conoscere Dante Alighieri, ma almeno potrebbero rendersi conto che la penisola ha dato i natali a Dario Fo, noto premio Nobel, e a Maurizio Crozza, leader indiscusso della sinistra. Magari capirebbero che è importante finanziare certi carrozzoni… ehm, organismi culturali, che rischiano di morire perché, boia il governo ladro, non sono finanziati per film edopere teatrali “impegnate”, culturali e piene di ottima ideologia pre-muro di Berlino. La visione di queste opere sarebbe così profittevole per i banchieri che si potrebbe pensare a una discesa dei tassi d’interesse e a un aumento del credito, magari a fondo perduto.

È veramente strano il fatto che, mentre in Italia si passa il tempo a magnificare le conquiste sociali e ogni sorta di beltà della nostra nazione rispetto al mondo, all’estero siano così ingrati da non capire quanto siamo bravi e si ricordino di noi solo per spillarci dei folli interessi sul debito che finanzia le “conquiste sociali” che non siamo in grado di pagarci.

Cybergeppetto

p.s.: Un amico straniero mi ha chiesto come mai mandiamo in galera Mister B. Per far vedere che sono un bravo italiano io gli ho chiesto: “Perché, voi che gli fate agli oppositori politici, non li insultate chiamandoli criminali, giaguari, caimani, psiconani come lui? Li lasciate in libertà?”

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Inchiostro antipatico