Apr 19, 2014
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UNIFIL, Libano: a Shama i Granatieri di Sardegna celebrano in teatro operativo il 355° anniversario dalla fondazione della loro specialità

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Ieri, 18 aprile, nella base UNP 1-26, i militari del contingente italiano in Libano hanno celebrato il 355° anniversario della costituzione della specialità Granatieri.

Il comandante di ITALBATT, colonnello Claudio Caruso, comandante dell’unità di manovra della Joint Task Force Lebanon  (JTF-L) – Sector West  su base 1° reggimento Granatieri di Sardegna, ha voluto rendere omaggio ai Granatieri di ieri e di oggi con la deposizione di una corona di fiori in onore dei Caduti.

La più antica specialità dell’Esercito Italiano è stata fondata nel 1659, quando il giovane duca di Savoia, Carlo Emanuele II, iniziò una radicale riforma del suo esercito e decise di cambiare il sistema di milizia con reggimenti permanenti che appartenevano allo Stato.

Il primo reggimento da creare fu il Régiment des Gardes o Reggimento delle Guardie con editto del duca del 18 aprile 1659. C’è un legame diretto tra Granatieri di oggi e il Régiment des Gardes di oltre 350 anni fa. La specialità prende il nome dalle particolari figure di soldati specializzati nel lancio di granate a lunghe distanze, necessariamente di alta statura e costituzione robusta, caratteri fisici ancor oggi mantenuti.

Dalla sua fondazione il reggimento è stato coinvolto in tutte le campagne e le battaglie riguardanti la storia italiana, dal Risorgimento alla Prima e Seconda Guerra Mondiale, nonché impiegato dall’inizio degli anni Novanta in contesto sia nazionale, con il controllo del territorio e il supporto in caso di calamità naturali, che internazionale, dalla Somalia all’Albania, dalla Bosnia al Kosovo, sino ad arrivare all’impiego in teatri operativi come quello afgano e libanese.

Con la missione Leonte XV il reggimento più antico d’Italia è attualmente impiegato quale Task Force ITALBATT in teatro operativo libanese dal 27 ottobre 2013, svolgendo le innumerevoli attività previste dalla risoluzione n. 1701 delle Nazioni Unite.

In circa sei mesi ITALBATT ha condotto, in aderenza a quanto previsto dalla risoluzione, più di 3.500 attività di pattugliamento volte a garantire la sicurezza delle aree più sensibili del Libano del Sud, circa 500 attività congiunte con le Lebanese Armed Forces (LAF) al fine di supportare il loro sviluppo, nonché, attraverso le basi avanzate, ha garantito il costante controllo e monitoraggio della Blue Line, la linea di demarcazione che, pur non corrispondendo al reale confine, divide lo Stato di Israele con il Libano dal 2000, grazie all’intervento delle Nazioni Unite.

Oltre alle attività di carattere operativo, i Granatieri con il casco blu hanno condotto attività di supporto alla popolazione attraverso il Civil-Military Cooperation (CIMIC), incaricato di accrescere i rapporti dei militari con la popolazione locale attraverso i suoi enti e istituzioni. In circa sei mesi, i Granatieri hanno portato a termine numerosi progetti, tra cui donazioni di sangue a favore della Croce Rossa locale, differenti donazioni alle 22  municipalità che si trovano all’interno dell’area di operazione di ITALBATT, supporto alle associazioni e istituti scolastici della provincia di Tiro attraverso l’organizzazione di eventi culturali e di formazione. Ma l’attività di coordinamento a supporto della popolazione locale, aderente a quanto disposto dalla risoluzione n. 1701 delle Nazioni Unite, ha trovato maggior rilevanza attraverso la condotta dei  Medical Care, l’assistenza sanitaria offerta a chiunque abbia bisogno di supporto sanitario, sia nelle basi delle Nazioni Unite che nelle diverse municipalità, per far fronte al costoso e spesso carente sanità locale.

Dal 27 ottobre 2013 è stata offerta dagli assetti medici e CIMIC dei Granatieri il supporto a oltre 1.000 libanesi, indipendentemente della religione, nazionalità o etnia.  I Granatieri e la brigata intera, rappresentata dal loro comandante, generale Maurizio Riccò, che ha sottolineato, nell’occasione, come questi stiano operando con grandissima capacità e spirito di abnegazione nel difficile teatro operativo libanese, celebrano la loro pluricentenaria storia, dando ancora una volta prova del loro spessore professionale e morale, qualità che appartengono a tutti i militari onorati d’indossare i “bianchi alamari”, sia che operino in Patria attraverso gli incessanti impegni di alta rappresentanza o di controllo di territorio nazionale, sia che esercitino la loro difficile vocazione e professione in terre lontane dai propri affetti, come adesso nella Terra dei Cedri.

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Fonte e foto: UNIFIL Sector West

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Forze Armate · Libano