Mag 2, 2014
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Migranti: a Trapani l’Esercito insegna l’integrazione in un convegno della Cooperativa Badia Grande, che gestisce il CARA di Salina Grande

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“L’accoglienza parte dalla formazione dei nuovi cittadini e gli uomini e le donne dell’Esercito, abituati a rapportarsi nelle missioni all’estero con popoli e culture diverse, costituiscono un’eccellenza in queste attività”, fa sapere lo stato maggiore dell’Esercito che comunica di un convegno specifico dedicato all’integrazione degli immigrati.

È dunque su questo presupposto che a Trapani si è svolto, il 28, 29 e 30 aprile scorsi, il convegno Formare per educare ed essere cittadini del mondo, organizzato dalla Cooperativa Badia Grande in collaborazione con l’Esercito Italiano e dedicato ai migranti ospiti del Centro Accoglienza Richiedenti Asilo (CARA) di Salina Grande, in provincia di Trapani.  La cooperativa Badia Grande, diretta dalla dottoressa Maria Concetta Papa, gestisce il CARA di Trapani nel quale sono ospitati 260 migranti.

Sicurezza e sorveglianza del centro sono garantite da anni,  nell’ambito dell’operazione Strade Sicure,  dai bersaglieri del 6° reggimento dell’Esercito. Proprio dalla sinergia tra Esercito e società civile nasce l’iniziativa di spiegare agli ospiti del centro le leggi del nostro paese, le regole per la richiesta di asilo e, non ultime, le principali usanze e costumi italiani da rispettare per potersi sempre più integrare e diventare futuri cittadini.

Per questa iniziativa l’Esercito ha messo in campo i propri mediatori culturali, soldati italiani di origine africana che parlano anche le lingue dei migranti e che, oltre a prestare opera di traduzione, testimoniano con la loro stessa presenza l’integrazione possibile. Nel corso del convegno è intervenuto anche il dottor Tommaso Mondello, responsabile dell’immigrazione per la prefettura.

Nella sola provincia  di Trapani sono circa 2mila le domande di asilo politico in Italia.

Proprio grazie alla partecipazione alle missioni all’estero, l’Esercito ha sviluppato una attenta sensibilità alle problematiche legate alle persone che vivono o provengono da paesi in guerra, o con gravi problemi umanitari, e opera in questi territori nel pieno rispetto delle culture e delle usanze locali per il mantenimento della sicurezza e il miglioramento delle condizioni sanitarie, sociali ed economiche delle popolazioni.

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Fonte e foto: stato maggiore Esercito

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Forze Armate