Apr 10, 2015
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NATO VJTF, il nuovo strumento di sicurezza ai confini dell’Alleanza: definizione, utilizzi e percorso addestrativo

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NATO_soldiers-of-the-1st-germannetherlands-corps-salute-during-eefh89Il nuovo concetto del VJTF è stato introdotto dall’ultimo summit della Nato che si è tenuto nel Galles lo scorso mese di settembre 2014, prendendo vita dalle tensioni internazionali che hanno caratterizzato le cronache più recenti a partire dalla questione dell’Ucraina e della Crimea, fino alla minaccia islamica dell’ISIS e alla debolezza del fronte mediterraneo minacciato da infiltrazioni terroristiche. Si chiama Very High Readiness Joint Task Force (VJTF), ed è una forza rapida di immediato impiego considerata una vera e propria punta di lancia della Nato nella gestione delle tensioni ai confini nazionali dei paesi membri, con particolare attenzione all’est europeo.

Di questo nuovo strumento di cui ha deciso di dotarsi l’Alleanza Atlantica si è già parlato in Paola Casoli il Blog, in particolare nell’intervista al generale Massimo Panizzi (link intervista in calce) e all’allora sua brigata italo-francese, che si è formata e addestrata proprio in questa ottica di dispiegamento rapido transnazionale.

Ora riaffrontiamo l’argomento per dare una visione specifica, ma chiara nei termini, di questa novità che ci riguarda molto da vicino, non solo in quanto membri dell’Alleanza Atlantica, in considerazione della complessa esercitazione che il NATO Rapid Deployable Corps-Italy (NRDC-ITA) di Solbiate Olona sta per affrontare al NATO Joint Warfare Centre (JWC) di Stavanger, in Novegia: la Trident Jaguar 15, finalizzata alla validazione NATO del comando multinazionale con sede nella caserma Mara alla vigilia di un periodo di standby quale comando di pronto intervento per una Small Joint Operation in ambito internazionale. In questo caso il VJTF pur non essendo parte della TF costituita da NRDC-ITA potrebbe rappresentare, a seconda degli scenari, l’elemento avanzato da rinforzare e sostituire.

Come anticipato, la brigata VJTF è caratterizzata da una capacità rapida di dispiegamento: 48 ore. Può essere composta, nel caso, da 5.000 elementi e costituisce parte della già meglio conosciuta NATO Response Force (NRF), su cui già si è scritto e si scrive (link articoli in calce).

Come la NRF, forza “joint and combined”, cioè complesso interforze (in cui sono armonizzate le componenti terrestre, navale, aerea e delle forze speciali) e multinazionale, che esprime la capacità immediata di risposta dell’Alleanza a una qualsiasi crisi, così anche la VJTF è finalizzata a dimostrare la volontà delle difesa collettiva dell’Alleanza dotandosi di uno strumento immediatamente impiegabile in tempi ristrettissimi e proiettabile verso i confini della NATO.

Official portrait of NATO Secretary General Jens  Stoltenberg“La forza giusta nel posto giusto”, l’ha definita di recente il Segretario Generale della NATO, il norvegese Jens Stoltenberg. Ed è proprio questa la finalità del Readiness Action Plan (RAP) delineato e concordato al summit del Galles, un piano in cui questo nuovo strumento militare entra a far parte a pieno titolo.

Il RAP è la riposta che la NATO ha inteso dare ai più recenti cambiamenti nel settore della sicurezza, soprattutto in relazione a ciò che accade ai confini dei suoi membri orientali e meridionali. Crimea, Ucraina, Repubbliche Baltiche, ISIS e Libia sono solo alcune delle parole chiave che ispirano questo nuovo progetto atlantico. L’obiettivo è garantire la prontezza di una risposta ferma a ogni minaccia alla sicurezza.

Nel RAP sono incluse tutte le misure della NATO a tutela della sicurezza dei paesi membri, compreso un potenziamento della NRF e la creazione, appunto, di questa VJTF, vera e propria “punta di lancia della NATO”.

La VJTF si centra sul comando di una unità a livello di una brigata in condizione di gestire una componente land fino a cinque battaglioni e con le possibilità di essere supportata da adeguati assetti aeronautici navali e di forze speciali. Il livello di prontezza richiesto gli consentirà di dispiegarsi completamente in un periodo di 48 – 72 ore al massimo.

Lo sviluppo e la sperimentazione del concetto VJTF consta di un percorso addestrativo che, assicura la NATO, procede secondo i ritmi prestabiliti. Nel 2016 la nuova forza sarà pienamente operativa così come concepita al summit del Galles.

20150402_150402-spearhead_NATO VJTFNon essendo ancora a pieno regime, dunque, nella VJTF è attualmente la parte terrestre della NRF a fare la funzione di una VJTF ad interim, fornendo la base per lo sviluppo della vera e propria forza VJTF.

Nel 2015 il personale è fornito in prima battuta da Germania, Norvegia e Olanda.

Il 2015 è anche l’anno in cui verrà condotto un intenso programma di esercitazioni e valutazioni del progetto, al fine di implementare il nuovo strumento atlantico entro la fine dell’anno in corso.

La VJTF sarà perciò totalmente operativa dal 2016, in grado di rispondere ovunque e in qualsiasi momento si renda necessario Intanto, a cammino di completamento della formazione e dell’addestramento già cominciato, la VJTF ha già raggiunto una sua capacità, anche se ad interim, e ha cominciato ad affrontare specifiche esercitazioni.

La prima di questa serie è quella che il 4 e 5 marzo scorsi, in Germania, ha visto coinvolto il Comando tedesco-olandese (1st German-Netherlands Corps), componente terrestre in standby nella NRF per tutto il 2015, al suo terzo turno in questo ruolo. Il comando con sede a Muenster ricopre dunque la funzione di Interim VJTF, secondo il concetto spiegato più sopra.

Le prossime esercitazioni si terranno in aprile (alert exercise) e in giugno (deployment exercise).

Leopard_2A6,_PzBtl_WikipediaArticoli correlati:

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Fonte: NATO

Foto: NATO; alamy.com; Wikipedia

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Forze Armate · Sicurezza

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