Mar 24, 2012
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Echi Valle Olona – Democrazia contro matematica, diritti contro doveri (Parte II)

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Segue da Democrazia contro matematica, diritti contro doveri (Parte I)

I magistrati, ad esempio, vogliono avere l’Autorità di giudicare, ma non la Responsabilità di riparare i danni che eventualmente fanno. Il Dovere di fare una sentenza non sempre viene prima del Diritto di andare a un convegno o in vacanza.

Gli industriali vogliono avere l’Autorità di rischiare sul mercato, ma spesso preferiscono riversare sullo Stato la Responsabilità di metterci i soldi. Il Diritto di fare un bel piano industriale viene sempre prima del Dovere di fare un serio studio di fattibilità.

I sindacalisti vogliono l’Autorità di poter rappresentare i lavoratori, ma disdegnano la Responsabilità di concorrere al mantenimento dell’azienda sul mercato. Il Diritto di decidere sull’azienda viene sempre prima del dovere di non disperdere il patrimonio industriale.

Gli studenti vogliono l’autorità che deriva da un diploma, ma non la responsabilità dello studio, la quale che va a perdersi, come un fiume carsico, nelle manifestazioni di piazza che ormai occupano la maggior parte del loro tempo.  Manifestazioni a volte violente, spesso stupidamente rumorose, in ogni caso poco utili da inserire nel curriculum per essere assunto in un posto di lavoro che non sia di nomina politica. Il diritto di manifestare viene sempre prima del dovere d’imparare a far qualcosa.

I politici vogliono l’autorità di distribuire il denaro che non c’è, ma vogliono che la responsabilità di trovare i soldi occorrenti sia dell’avversario politico oppure  – in extremis –  del tecnico di turno. Il diritto di affermare i diritti viene sempre prima del dovere di ricordare i doveri, oltre che di rappresentarli con il proprio esempio.

I cittadini vogliono l’autorità di infilare la spina dei loro accrocchi iper – tecnologici in una presa di corrente, ma non si ritengono responsabili del sistema che deve creare l’energia. Il diritto di consumare l’energia viene sempre prima del dovere di produrla.

Quelli che vanno nei reality show vogliono l’autorità d’apparire chiacchierando tutto il giorno, ma non la responsabilità di dire qualcosa di sensato. Il diritto di parlare viene comunque sempre prima del dovere di riflettere.

La cosa che è più divertente nella considerazione di questa equazione irrisolvibile o, se volete, in questi comportamenti deviati, è la convinzione che gli uzzoli della base di questa pseudo democrazia vengano prima d’ogni considerazione elementarmente aritmetica. Chi blatera del primato della politica dovrebbe tirar fuori dal cappello a cilindro la soluzione al debito pubblico. Chi dice che il debito va annullato in base ad una pretesa superiorità ideologica, può tranquillamente indignarsi con i suoi compari nullafacenti nelle piazze, tanto qualcun altro si spaccherà la schiena per lui.

Il delirio ideologico ha da qualche  tempo distrutto i fondamenti della società italiana  la quale  – se non si cambia rotta –  è condannata ad un rapido fallimento o, in alternativa, ad un lento declino. L’isola di Pasqua è bellissima, piena di statue dal fascino esotico, ma i suoi abitanti hanno distrutto un habitat naturale per trasportare e scolpire quelle teste nei luoghi in cui le vediamo oggi. La deforestazione che ciò provocò, però, li condusse alla distruzione.  Mi punge vaghezza che anche noi stiamo abbattendo la foresta dei doveri per innalzare i totem di diritti non meritati.

f.c.

L’articolo è in edicola sul numero di Echi della Valle Olona del mese di marzo 2012.

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Echi