Gen 23, 2011
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L’ectoplasma di marmo

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By Cybergeppetto

Chissà perché, mentre si parla a vanvera di un sacco di cose, si parla sempre pochissimo del debito pubblico. Ogni tanto i media bofonchiano qualcosa sul deficit, cioè il rapporto tra il debito e il PIL, quella cosa che dai tempi di Maastricht dovrebbe stare sotto il 3% e invece non c’è mai stato.

Apprendiamo dal mondo dell’informazione che l’Italia ha stabilito un nuovo record assoluto nel campo del debito pubblico, ormai salito a quota 1.869,924 miliardi di euro lo scorso novembre. Bazzeccole, con meno di quaranta vincite da cinquanta milioni al superenalotto passa la paura.

La cosa più divertente è che l’ultima volta che l’Italia è riuscita a ridurre il debito pubblico correva l’anno 1932, evidentemente l’allora Capo del Governo, già noto ai più per aver fatto arrivare i treni in orario, poteva pure permettersi di evitare di fare lo spendaccione. Che strani, questi dittatori.

La cosa ancora più divertente è che il dibattito politico, quando non si occupa di corna, vizi e mutande, verte sempre su uno e un solo argomento: bisogna spendere più soldi in qualche cosa.

Bisogna spendere più soldi per i giovani, e mi sembra giusto, bisogna spendere più soldi per la cassa integrazione, preferisco non commentare, bisogna spendere più soldi per la cultura, il Teatro e il Cinema, meglio stare zitti…

I politici sono diventati come i medium, evocano lo spirito degli antenati di partito perché gli diano i numeri giusti per vincere al lotto, ma l’unico spirito con il quale riescono a entrare in contatto è quello del debito pubblico, sempre meno ectoplasmatico e sempre più pesante, direi marmoreo.

Ma quando la seduta spiritica finisce, si ricomincia con la solita solfa: gli industriali vogliono più soldi, i sindacati chiedono più risorse, i baroni protestano perché hanno finito i quattrini.

Come sarebbe bello se le famiglie italiane potessero fare come fa lo Stato, hai fatto il debito e non paghi la rata? Ti concedo un nuovo mutuo, lo pagheranno i tuoi bisnipoti; i nipoti, ormai, non bastano più.

C’erano pure delle teorie esilaranti che dicevano che il debito pubblico non era un problema perché noi eravamo indebitati con noi stessi, era l’epoca dei BOT, e quindi nessun altro, all’infuori di noi stessi, poteva reclamare crediti. Fortunatamente da un po’ queste cose non le ripete più nessuno, anche perché i nostri titoli di stato si possono comprare in tutto il mondo e nessuno ha più il coraggio di ripetere certe vaccate.

Non so se augurarmi che gli italiani e i loro politici si sveglino un giorno e mettano a fuoco un pensiero triste e angoscioso.”Ragazzi, ma non è che i debiti si devono pagare?”. La politica diventerebbe il luogo in cui si trovano le risorse per pagare i debiti e non la poltrona dalla quale far piovere denari sui propri galoppini elettorali.

Valli a trovare i coraggiosi per occupare posti in cui non c’è una lira, pardon, un euro: come li assumi quelli che ti hanno votato?

Come novelli frati francescani, i nostri politici passeranno casa per casa a fare la questua e, forse, riceveranno dieci centesimi per andare a buttare la spazzatura, ben differenziata, s’intende.

Cybergeppetto

p.s. Gli UFO sono atterrati in Italia, un solerte funzionario del ministero dell’Economia li ha informati, contrariamente a quanto avviene per noi comuni mortali, sul fatto che se dovessero rimanere sul nostro territorio dovranno partecipare in quota all’estinzione del debito pubblico, calcolato in più di ottantamila euro per ogni italiano in attività produttiva.

Gli extraterrestri hanno abbandonato il sito in cui erano atterrati, non ci hanno aiutato a pagare il debito pubblico, ma almeno hanno pagato il parcheggio.

Foto: fantasma di Demos Capoterra

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Inchiostro antipatico