Feb 24, 2011
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Evviva i dittatori

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By Cybergeppetto

I dittatori sono una brutta razza, fanno cose innominabili e violano i diritti fondamentali ma, chissà perché, vengono criticati solo dopo che sono caduti. I faraoni che stanno cadendo uno dopo l’altro erano chiamati “presidenti” o “capi di stato” fino a poco tempo fa, ma adesso sono solo dei cattivi figuri che il popolo sta rovesciando, se non l’ha già fatto.

Eppure, se la memoria non m’inganna, quando si opponevano alla poligamia, erano considerati “islamici moderati” e quando mettevano in galera i terroristi di al-Qaeda, erano considerati avversari del fondamentalismo.

Ben Alì era considerato un capo di stato illuminato, che aveva tenuto sotto controllo il fondamentalismo, sviluppato il turismo, creato infrastrutture e fatto della Tunisia il paese più avanzato del nord Africa.

Mubarak aveva avuto il pregio di mantenere l’Egitto all’interno degli accordi di Camp David, motivo per cui i fondamentalismi avevano fatto fuori il suo predecessore Sadat. La polizia egiziana arrestava i qaedisti che avevano fatto attentati contro i turisti occidentali.

Bouteflika è riuscito, con tutti i suoi limiti, a tenere l’Algeria tenacemente lontana dalle mani dei gruppi islamici che hanno insanguinato il paese per lunghi anni.

In ogni caso tutti facevano affari con loro, magari perché c’era in ballo la disponibilità di risorse energetiche, magari perché si voleva sviluppare il commercio, oppure il turismo.

Con chi verranno sostituiti? Con qualche neo-sceicco o pseudo-emiro che imporrà la sharia? Con qualche imam che incoraggi l’infibulazione?

Il fatto è che, diciamolo con chiarezza, la piazza che urla e schiamazza piace ai benpensanti che la vedono come la sede della democrazia

C’è chi si esalta a vedere uno striscione, chi va in brodo di giuggiole a sentire i cori dei giovani, c’è chi fa finta di non vedere i vandalismi che inevitabilmente ne conseguono o, peggio, le violenze come quella perpetrata contro una giornalista occidentale stuprata a piazza Tahrir durante le manifestazioni anti Mubarak. Chi verrà dopo è un problema che i politici occidentali, alla stessa stregua delle tre scimmiette, non vogliono vedere, sentire e di cui non vogliono parlare.

La gravità dei fatti che vediamo in Libia è impressionante, ma siamo sicuri che le manifestazioni cui assistiamo siano spontanee? E’ ormai chiaro che, anche nell’era di internet non basta il tam tam su facebook o su twitter per scatenare una rivoluzione; ci vuole un piano, ci vogliono soldi, ci vogliono adepti e strutture operative. Qua e là sui giornali affiorano pezzi di verità, come la notizia secondo cui alcune delle proteste in nord Africa erano pilotate da Parigi con telefonate a tappeto che annunciavano luoghi e tempi della protesta da attuare.

Anche questa volta, i think-tank, i carri armati del pensiero occidentale, erano rivolti altrove: i loro cingoli macinavano solo pregiudizi ideologici. Presto gli analisti applaudiranno alla moderazione e al senso religioso degli sceicchi che vedremo nei prossimi vertici internazionali, saranno sicuramente più composti di Gheddafi, ma dubito che saranno più buoni e dolci, anche se lo sanno tutti che Allah è misericordioso.

Cybergeppetto

p.s. Un politico occidentale va al negozio e chiede:”Mi da un dittatore nord africano per giocare all’import-export?” “ Li abbiamo finiti – dichiara il commesso – se vuole abbiamo questi nuovi sceicchi: sono uguali nella sostanza, ma fanno finta di essere religiosi prima di far fuori qualcuno”.

Foto: Charlie Chaplin ne Il grande dittatore da piunotizie.it

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Inchiostro antipatico