Apr 14, 2010
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Sudan, elezioni prorogate: si vota fino a giovedì. Nelle liste anche i candidati di Umma e dell’Splm

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sudan_electionsSeggi elettorali spostati senza preavviso, ritardi nelle operazioni di voto a causa della mancata apertura delle sezioni elettorali, addirittura nomi mancanti sulle liste. Per questo le elezioni in Sudan – le prime dopo un quarto di secolo, chiamate in osservanza al trattato di pace tra nord e sud risalente a cinque anni fa – si protrarranno oltre il previsto, concludendosi giovedì.

In totale cinque giorni a disposizione degli elettori per esprimere la propria preferenza a livello presidenziale, parlamentare e amministrativo. A dispetto di ogni disguido.

La Commissione elettorale nazionale (Nec) ha infatti motivato la decisione di prorogare il voto con il bisogno di “consentire agli elettori che non avevano trovato i loro nomi sulle liste di esprimere la loro preferenza e a quei seggi che avevano aperto in ritardo, per motivi tecnici o amministrativi, di assolvere alla loro funzione”.

E’ l’agenzia di stampa Misna a riportare nel dettaglio il nocciolo della dichiarazione della Nec, oltre all’apprezzamento espresso al riguardo dai responsabili delle missioni di osservazione americana ed europea, rispettivamente l’ex presidente US Jimmy Carter e  Veronique de Keyser della UE.

Interessante in particolare quanto dichiarato da Carter in merito al boicottaggio del partito di opposizione Umma e del Movimento popolare per la liberazione del Sudan (Splm). Sempre dall’agenzia Misna le parole dell’ex presidente americano: “Pur avendo il diritto di prendere questa decisione, i partiti in questione hanno superato i tempi utili. Di conseguenza, i nomi dei loro candidati figurano ancora sulle schede e qualora ottenessero la maggioranza dei voti potrebbero, in base alla legge, ricoprire i ruoli che sono chiamati a svolgere”.

Se davvero così fosse si verrebbe a delineare una riduzione del potere di Omar al-Bashir, l’attuale presidente accusato dalla Corte penale internazionale (ICC) di presunti crimini in Darfur. Sempre che i partiti di opposizione che hanno chiamato al boicottaggio non rimettano tutto in discussione invocando brogli e irregolarità.

Per ora i sudanesi aspettano il proprio turno di voto in file ordinate fuori dai seggi. Uomini da una parte e donne dall’altra.

Il risultato delle elezioni sarà noto nelle prossime settimane. Mentre per conoscere il vero futuro del Sudan ci sarà da attendere il risultato del referendum di gennaio del prossimo anno, che deciderà dell’indipendenza del sud ricco in petrolio ma con un’umanità povera e vessata.

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Fonte: BBC, Misna

Foto: news.xhinuanet.com

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Forze Armate · Sicurezza

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