Set 17, 2010
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Un pacco di pasta in più, un dito in meno

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By Cybergeppetto

Man mano che la democrazia progredisce, l’occidente esporta il suo modello anche nelle aree di crisi. Non sia mai che popoli vessati dall’oscurantismo medioevale non possano annusare il profumo della democrazia.

Certo non è detto che l’occidente sia proprio in grado d’insegnare come si fanno le elezioni.

Chi ha la canizie o la calvizie incipiente ricorda come a Napoli si distribuissero pacchi di pasta prima delle elezioni: una sorta di programma “gastronomico”?

Altra tecnica elettorale consisteva nel dare agli elettori una scarpa nuova prima delle elezioni e, a risultato acquisito, completare il paio.

Dal Piemonte agli Stati Uniti il riconteggio diventa l’incubo di elezioni che avrebbero potuto andare perse per una manciata di voti: da Al Gore alla Bresso sono tanti i trombati, meglio dire delusi, da elezioni che sono sempre contraddistinte da un discreto tasso di errori e confusione.

Siccome non siamo bravi a fare le elezioni a casa nostra, abbiamo pensato bene di esportare il modello nelle zone di crisi.

Dai Balcani all’Iraq, dal Mozambico all’Afghanistan abbiamo “supervisionato” elezioni ovunque.

Siccome l’allievo supera sempre il maestro, dopo decenni di applicazione del principio democratico nelle zone di crisi, l’elenco delle “amenità elettorali” è lungo.

Abbiamo visto, infatti:

  • elezioni in cui solo una minima parte di popolazione veniva registrata;
  • paesi in cui i partiti radicali registravano più volte in posti diversi i propri aderenti;
  • boicottaggi di massa da parte di intere regioni;
  • propaganda politica nei seggi;
  • attentati dinamitardi e violenze contro gli elettori.

Chi non ricorda le dita mozzate in Afghanistan a coloro che non rispettavano l’ordine di boicottaggio talebano?

In queste condizioni i risultati elettorali sono sempre scontati, infatti vincono i partiti estremisti e antidemocratici e non si riesce mai a fare un governo. Sembra la prima repubblica dei bei tempi…

La cosa più divertente è che dopo ogni elezione tutti sono contenti e si compiacciono, l’Onu si compiace dello sforzo in direzione della democrazia, la Nato si compiace della cornice di sicurezza in cui le elezioni si sono svolte, l’Osce si compiace del’organizzazione messa in campo per consentire le elezioni.

Qualche vate della libertà dirà che le elezioni sono il sale della democrazia, qualche maligno dirà che gli intrallazzi elettorali sono la quintessenza dell’oligarchia.

Qualche bieco efficientista dirà che le democrazie si misurano su quante decisioni prendono e non su quante elezioni fanno, ma si tratta di nemici dell’intelligencija…

Cybergeppetto

p.s. La comunità internazionale intende continuare a promuovere la democratizzazione dei sistemi politici delle aree di crisi. Gli afghani avrebbero qualcosa da ridire in proposito, se potessero alzare il dito…

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Foto: le dita mozzate sono i dolcetti di Chocolate Chips; la Democrazia è di Nave Corsara; la caricatura di Karzai con le dita colorate è di Uber da Aenigmatica.

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Inchiostro antipatico

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