Dic 16, 2012
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Almeno non muoviamo la testa

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By Sugar Lady


C’è poco da incazzarsi da parte di Palazzo Chigi. Era prevedibilissimo che gli indiani avrebbero tergiversato ancora sulla vicenda dei Marò spostando in avanti la decisione sul caso e ridendosela dell’impotenza tutta senile dell’Italia, loro che le spezie afrodisiache se le iniettano in vena ogni giorno in ordine alfabetico, dal cardamomo allo zenzero.

Il disgusto del governo italiano, sbandierato accuratamente dall’agenzia stampa nazionale al primo squillo di tromba, appare tardivo come il radicchio trevigiano al mercato rionale di dicembre. Allo stesso modo la richiesta di poter rientrare in Italia per Natale da parte dei Marò era un ragù preparato in anticipo, già pronto e solo da scaldare. Una mossa architettata da tempo, tanto si è arrivati all’assurdo.

I nostri rappresentanti governativi non hanno mai dato prova di polso, soprattutto in questa vicenda. Perché hanno mandato professionisti addestrati allo sbaraglio, senza adeguata tutela, a difesa di interessi privati e poi li hanno pure regalati ai carcerieri di un paese medioevale. Abbandonandoli al loro destino.

Se per l’Italia è la conferma dell’assenza di maschio vigore, che ormai storicamente riconosciamo ai nostri vertici quando si tratta di tutelarci come popolo, dall’altra parte tuttavia non è un granché come successo per l’India, dato che prendere in giro l’Italia e i suoi rappresentanti istituzionali è semplice come raschiare un gratta e vinci. E l’India con l’Italia ha potuto vincere facile.

Ora che gli indiani ce l’hanno messo allegramente in quel posto, perché noi ce lo siamo fatto facilmente mettere, almeno non muoviamo la testa: stiamo fermi e zitti, così non gli diamo neanche un po’ di soddisfazione. Questo è un caso da risolvere con il silenzio stampa mentre si gioca l’azione decisiva.

Sugar Lady

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