Gen 12, 2012
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Afghanistan. I colloqui con i talebani? Non significano la fine dei combattimenti, parola di talebano

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Combattiamo da quindici anni per dare vita a un governo islamico in Afghanistan “concordemente alle richieste del nostro popolo”. Non saranno dunque i previsti colloqui a Doha, nel Qatar, a mettere fine all’impegno dei talebani.

Questo il senso del messaggio del portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid in relazione ai prossimi colloqui per la pace in Afghanistan previsti a Doha, dove il movimento jihadista ha acconsentito all’apertura di un ufficio di rappresentanza apposito.

“Proprio con l’intento di dare pace e stabilità all’Afghanistan”, dice Mujahid, qui via Npr che riporta AP, “abbiamo incrementato i nostri sforzi politici in modo da pervenire a una comprensione reciproca con il mondo e risolvere la situazione. Ma questa comprensione non significa una resa da parte della jihad e tantomeno c’è connessione o accettazione con la costituzione dell’’amministrazione-lacché’ di Kabul”.

Per i talebani il governo di Kabul è un prodotto occidentale, con il presidente Hamid Karzai considerato un lacché degli americani.

Ma alla base dell’accettazione dei colloqui, il presidente Karzai aveva espressamente richiesto la rottura dei legami con al-Qaeda e il riconoscimento della costituzione afgana.

Elementi che sono apparsi da subito come nodi di discussione difficili da sciogliere, viste le premesse, ma che allo stesso tempo consentono di sedersi al tavolo delle trattative avendo molto materiale da discutere.

Del resto è proprio il coinvolgimento nei colloqui lo strumento per una conversione del movimento da militante combattente a parte politica.

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Afghanistan: stop ai legami con al-Qaeda: solo così a Doha si potrà parlare di pace tra talebani e Karzai (27 dicembre 2011)

Fonte: Npr/AP

Foto: Reuters/ibnlive

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Afghanistan · Forze Armate · Sicurezza