Mag 6, 2009
386 Views
0 0

In Kosovo torna l’Aosta, con l’obiettivo dello sviluppo nel nome di cooperazione e tolleranza

Written by

Cambio comando kosovo“Sono convinto che sicurezza e rispetto sono elementi essenziali per lo sviluppo in Kosovo”, ha dichiarato il comandante della Multinational Task Force West della Kosovo Force (Mntf-W Kfor), che da oggi è il generale di brigata Roberto Perretti comandante in patria della brigata meccanizzata Aosta.

“Sono certo che conseguiremo il comune obiettivo grazie a leale cooperazione, tolleranza, reciproca conoscenza e in continuità di azione con le unità che ci hanno preceduto”, ha continuato il generale Perretti dopo aver fatto riferimento al “profondo senso di fierezza” che prova “nell’essere il comandante di soldati provenienti da così tante nazioni: Italia, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria”.

Il cambio di comando è avvenuto stamane 6 maggio a Villaggio Italia, a Belo Polje, dove ha sede il contingente italiano responsabile dell’area nord-occidentale del Kosovo nell’ambito della missione Kfor. Il generale Perretti è subentrato al pari grado generale di brigata Giovanni Armentani, che nel discorso di commiato ha ringraziato i giornalisti locali per il rilievo mediatico dato alle attività della Mntf-W.

L’Aosta subentra così alla Granatieri in una cerimonia celebrata nel Piazzale della Pace all’interno della base italiana alla presenza del comandante di Kfor, generale di corpo d’armata italiano Giuseppe Emilio Gay, del reggimento di formazione multinazionale comandato dal colonnello Fabrizio Biancone, comandante della task force Aquila, e delle autorità locali.

L’area di responsabilità della Mntf-W è nota per aver dato i natali all’ex primo ministro ed ex comandante dell’Uck Ramush Haradinaj, rientrato qui dall’Aja dopo l’assoluzione dall’accusa per crimini di guerra lo scorso 4 aprile 2008.

Nella zona l’etnia di maggioranza è albanese, ma sono presenti due siti religiosi di notevole significato per l’ortodossia serba: il Patriarcato di Pec e il monastero di Decani. Mentre rimane una enclave della minoranza serba a Goradzevac. Le tensioni etniche sono apparentemente sopite, essendo ormai quasi assente l’etnia serba; rimangono comunque attive nell’area organizzazioni non governative finalizzate a facilitare il rientro dei serbi nelle loro proprietà. Lo scorso anno il Rappresentante regionale di Unmik è stato aggredito nella sua abitazione nella piazza centrale di Decani, dopo essere stato dichiarato pubblicamente persona non grata tramite organi di stampa locali.

Permangono dunque tensioni latenti in zona e il compito della Mntf-W, come ricorda il comunicato dello stato maggiore della Difesa italiano, è proprio quello di assicurare libertà di movimento e un ambiente sicuro a tutte le etnie presenti nell’area di responsabilità.

Fonte: smD, fonti proprie

Foto: Kfor

Article Categories:
Bosnia · Forze Armate · interviste · Kosovo · Libano · Serbia · Sicurezza · tales