Ago 12, 2005
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Herat, Santangelo: dal 20 agosto la ricostruzione

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pubblicato da Pagine di Difesa il 12 agosto 2005

Herat, Afghanistan. Comandante di contingente nazionale (Ncc) a Herat dal 22 aprile, il generale di brigata Giuseppe Santangelo ha la funzione di Regional Area Coordinator West (Rac-W) in ambito Nato dal 31 maggio. Riveste un duplice ruolo, dunque: è figura di vertice per il contingente italiano e coordinatore di quattro Provincial Reconstruction Team (Prt: l’italiano a Herat, lo spagnolo a Kaleh-Now, il lituano a Chaghcharan e lo statunitense a Farah) e la base di supporto avanzata (Forward Support Base, Fsb) situata nell’aeroporto di Herat.

E’ una figura del tutto nuova che si colloca nella fase di espansione della missione International Security Assistance Force (Isaf) in Afghanistan. Il Rac-W esercita il controllo tattico (Tacon) nella zona di sua competenza, questo significa che ha l’autorità di cambiare i compiti nell’ambito della missione assegnata. Dal 13 agosto prossimo, tuttavia, ci sarà una variazione importante: in vista delle elezioni parlamentari del 18 settembre. Al generale Santangelo verrà conferita la funzione di comandante. Da allora il Rac-W eserciterà nell’area di sua competenza il comando sulle forze di supporto alle elezioni, sugli elicotteri e sulla Quick Reaction Force (Qrf) spagnola dislocata nella Fsb.

Generale Santangelo, il 2 agosto scorso è stata diffusa la notizia della scomparsa di due lavoratori afgani a Farah nella zona a sud di Herat. Dal 2001 molti lavoratori per agenzie umanitarie sono stati rapiti nella zona occidentale dell’Afghanistan, considerata più sicura di quelle orientale e meridionale. Inoltre vi sono molti lavoratori locali impegnati nella costruzione dei 326 chilometri del tratto locale di strada perimetrale a progetto americano denominata Ring Road Project dove l’ambiente viene considerato ostile con un livello di rischio inaccettabile. Quali sono i pericoli e come sono oggi le relazioni con la popolazione locale?
Le relazioni con la gente sono molto buone a ogni livello, questo è un popolo fiero. Però l’influenza del regime talebano non è finita e l’area che è a sud di Farah mi preoccupa. Fuori da Herat andando verso sud c’è Shindand, un grosso centro della provincia: lì si sentono ancora gli effetti del passato regime. Vi mando spesso in pattuglia la Qrf per far vedere che ci siamo. Ha un effetto deterrente perché la Qrf, a differenza del Prt, ha un assetto combat.

Quali sono gli impegni del Prt?
Mano a mano che ci si avvicina alla data del 18 settembre il Prt si concentra sulla sicurezza dello svolgimento delle elezioni. Questo non significa sorveglianza ai seggi o trasporto di schede, ma attività di supporto fatta di pattugliamenti e di uno stretto coordinamento con il governatorato e l’Unama (missione di assistenza elettorale delle Nazioni Unite in Afghanistan, ndr). Si tratta di attività impegnative che si aggiungono alle visite a Camp Vianini, la sede del Prt di Herat, e ai prossimi sopralluoghi dei nostri uomini nei cantieri di lavoro finanziati dal governo italiano. Ora che i due milioni di euro per i progetti Cimic sono arrivati, le buste delle aziende che hanno partecipato alle gare d’appalto del 30 luglio verranno aperte il 20 agosto. Da allora avranno inizio i lavori e gli ingegneri della riserva selezionata effettueranno controlli periodici per verificarne lo stato di avanzamento.

Quali problemi ha incontrato nella costituzione del Prt?
All’inizio il problema è stato il rispetto delle procedure. Fino a tutto il mese di giugno ho dovuto lavorare per garantire che fossero applicate le procedure Nato a tutti i livelli della catena di comando. Per fortuna non ci sono stati incidenti che mi hanno distratto dall’impegno. In ogni caso il supporto delle autorità militari è stato forte e tutto è stato fatto con fondi nazionali. Sono grato all’ammiraglio Giampaolo Di Paola, il Capo di stato maggiore della Difesa, per avermi fatto venire qui più di un mese prima dell’avvio delle operazioni del Prt. E’ stata una lotta contro il tempo per far cominciare tutto nel modo giusto e ancora oggi le giornate volano. Al mio successore, il generale di brigata aerea Umberto Rossi, consegno una struttura con ottime relazioni interpersonali.

Quali sono i programmi per il futuro?
Consolidare la struttura di ricostruzione specialmente nei villaggi, dato che ce ne sono molti che versano in condizioni di grave degrado, questo senza disattenderne le aspettative. E’ l’unica raccomandazione che ritengo di fare al mio successore, che conosce bene la struttura della Nato e con il quale ho già lavorato insieme a Bruxelles.

Il prossimo 22 agosto il generale Santangelo, coordinatore dell’area ovest, cederà il comando al generale di brigata aerea Umberto Rossi che diventerà Ncc e Rac-W. Con il passaggio di consegne il generale Santangelo metterà nelle mani del suo successore una struttura consolidata – il Prt di Herat – in un’area dove si stanno concentrando investimenti stranieri. Se i tedeschi con i loro Prt del nord stanno cercando di consolidare la loro presenza nell’area, anche l’Iran sta investendo in termini commerciali e di infrastrutture fornendo energia elettrica a tutta la provincia e progettando una linea ferroviaria.

Herat è al centro di progetti di crescita. Il Cimic e l’attività del Prt, insieme con un progetto tutto italiano di definizione della panoramica storico-culturale-artistica della provincia, si uniscono nello stimolo allo sviluppo di questa città che era sulla storica via della seta e che è stata attraversata da grandi condottieri.

I buoni rapporti che intercorrono tra gli italiani con la gente del luogo e gli iraniani che stanno investendo qui spingono a considerare questo momento come il più favorevole per puntare sul potenziamento della visibilità dell’Italia nella provincia di Herat, invogliando a consolidare nel futuro quanto fin qui costruito.

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